APPROVATA IN CONSIGLIO COMUNALE LA MOZIONE SUL TEMA DELLA LINGUA ITALIANA DEI SEGNI.
Lo scorso 22 Maggio in Consiglio Comunale si è votata all’unanimità una mozione finalizzata al riconoscimento e alla diffusione della Lingua dei Segni Italiana. Proposta dalla consigliera del Pd Silvia Ala e promossa dal Partito Democratico e da Sinistra Ecologia e Libertà, ha trovato in consiglio pieno sostegno ed adesione, portando alla decisione di eliminare i simboli dei partiti della maggioranza per presentarla a nome dell’intera assemblea. Grande è stata la soddisfazione per questo risultato e grande l’emozione di poterlo raggiungere di fronte ad una sala del consiglio affollata: per l’occasione erano infatti presenti il presidente regionale dell’associazione Ens Cav. Antonio Iozzo e il presidente provinciale sig. Stefano Timeo, insieme ad una numerosa rappresentanza della comunità di cittadini di Collegno che si adopera all’uso di questa lingua nella vita quotidiana.
La mozione chiede di impegnare l’Amministrazione comunale e la Giunta ad implementare la diffusione e l’apprendimento della lingua tramite corsi di formazione (soprattutto nelle scuole e negli enti pubblici), promossi anche per tutti i cittadini che, anche se usano normalmente la lingua parlata, sentono la necessità di apprendere un’altra lingua, quella dei segni.
La LIS (Lingua dei Segni Italiana) è la lingua usata dalle persone sorde e udenti appartenenti alla Comunità Sorda Italiana ed è un sistema comunicativo che sfrutta il canale visivo-gestuale che risulta integronelle persone Sorde.
Noi pensiamo che la lingua dei segni debba essere diffusa e conosciuta, che debba venire utilizzata sia da coloro che non hanno la possibilità di usare la lingua parlata, per diventare strumento di inclusione ed apertura di possibili comunità isolate, sia da chi può esprimersi usando la voce.
Uno dei preconcetti riguardante le Lingue dei Segni è, infatti, che utilizzarle ghettizzerebbe i sordi, costringendoli a comunicare solo con coloro i quali conoscono la Lingua dei Segni e impedendo loro una reale integrazione nella società.
Invece è proprio la conoscenza diffusa della Lingua dei Segni che permette ai sordi di essere integrati nella società. Questa integrazione avviene su due fronti: il primo, dimostrato proprio grazie alla ricerca scientifica, è che i bambini sordi apprendono più facilmente la lingua parlata e scritta se la apprendono come seconda lingua dopo aver acquisito la Lingua dei Segni fin dai primi mesi di vita. Il secondo è che conoscere bene la Lingua dei Segni significa avere un forte senso di appartenenza ad una comunità, a una minoranza linguistica e non solo ad una categoria “svantaggiata” e quindi avere maggiore sicurezza e serenità nel momento in cui si affronta la società udente.
In Italia la ricerca sistematica sulla LIS iniziò negli anni ottanta per opera dei ricercatori dell’Istituto di Psicologia del CNR di Roma, diretto dall’equipe di Virginia Volterra. In stretta collaborazione con un nutrito gruppo di persone Sorde, lo studio condotto portò all’evidenza che la Lingua dei Segni Italiana, come le altre LS nel mondo, è una vera e propria lingua al pari delle lingue vocali con delle proprie regole sintattiche, semantiche, morfologiche e fonologiche.
Dunque, il LIS, usata dalla Comunità Sorda Italiana, è una vera lingua e, come tale, è espressione della cultura e delle tradizioni di una vera e propria minoranza linguistica, inserita in una maggioranza udente ma ben distinta da essa.
Nella storia di Collegno ci sono molte testimonianze di una particolare attenzione a far sì che tutte le differenti comunità che convivono nella città abbiano accesso ai servizi e possano ritenersi pienamente cittadini, potendo godere di pari opportunità e diritti.
Vorremmo quindi, attraverso questa mozione, promuovere un percorso che possa portare chiunque si esprima attraverso la LIS a sentirsi pienamente accettato e partecipe e far sì che ogni persona che normalmente si esprime con la lingua parlata, trovandosi con delle persone che si esprimono con la lingua dei segni, possa essere in grado di comunicare con loro senza barriere e differenze.
Per questi motivi speriamo di aiutare a diffondere una conoscenza comune di questa lingua che ora non conosciamo e non siamo in grado di comprendere, e che con essa possa arrivare una maggiore comprensione della comunità che ne fa uso e delle sue sfide quotidiane, vissute spesso a pochi passi da noi.
Silvia Ala
Michele di Lauro
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