La Città di Collegno, per promuovere la cultura della trasparenza e della legalità – impegno nel quale la politica è chiamata ad agire come soggetto responsabile ed esemplare – e per una legalità democratica ispirata ai principi e ai valori della nostra Costituzione, ha adottato la cosiddetta “Carta di Pisa”, presentata da “Avviso Pubblico”.

Con ciò, richiedendo a chi rappresenta le istituzioni, o ha assunto un incarico pubblico di operare con imparzialità, disciplina e onore.

La “Carta di Avviso Pubblico”, presentata nel 2014 a Roma, nel corso della manifestazione Contromafie, è stata redatta da esperti, giuristi, funzionari pubblici e amministratori locali aggiornando la “Carta di Pisa”.

Un lavoro lungo complesso che nei suoi 23 articoli indica come un buon amministratore può declinare nella quotidianità i principi di trasparenza, imparzialità, disciplina e onore previsti dagli articoli 54 e 97 della Costituzione.

Contrasto al conflitto di interessi, al clientelismo, alle pressioni indebite, trasparenza degli interessi finanziari e del finanziamento dell’attività politica, scelte pubbliche e meritocratiche per le nomine interne ed esterne alle amministrazioni, piena collaborazione con l’autorità giudiziaria in caso di indagini e obbligo a rinunciare alla prescrizione ovvero obbligo di dimissioni in caso di rinvio a giudizio per gravi reati (es. mafia e corruzione).

Sono queste alcune previsioni della “Carta di Avviso Pubblico”, un codice etico fatto non tanto di buoni propositi e belle intenzioni, ma un documento che prevede anche sanzioni, che vanno dalla censura pubblica sino alle dimissioni.

Ma cos’è “Avviso Pubblico”? E’ la rete degli enti locali e delle regioni per la formazione civile contro le mafie. E‘ un’Associazione nata nel 1996, sotto ispirazione di Libera, con l’intento di collegare e organizzare gli Amministratori pubblici che concretamente s’impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori da essi governati. Attualmente Avviso Pubblico conta più di 300 soci tra Comuni, Unioni di Comuni, Province, Regioni. In questi anni, ha svolto diverse attività tra le quali cito la collaborazione con Libera per la realizzazione della “Giornata della Memoria e dell’impegno” e con Arci e Sindacati per l’organizzazione della “Carovana internazionale Antimafie”.

A dicembre 2014, “Avviso Pubblico” ha presentato l’Osservatorio Parlamentare, un portale che monitora tutta l’attività parlamentare di contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione e fornisce approfondimenti su argomenti specifici. E ultimo ma non ultimo, nel rapporto sulla lotta alla corruzione in Europa, pubblicato nel febbraio 2014, la Commissione Europea ha citato “Avviso Pubblico” nel capitolo dedicato alle buone pratiche.

La carta, quindi, non pare destinata ad accumulare polvere sugli scaffali, come normalmente accade ai “codici etici” in Italia. È un codice esigente sul piano dei comportamenti richiesti agli amministratori politici, eletti e nominati. Aspetto innovativo della carta è proprio la previsione di sanzioni applicate a chi non lo rispetta con sanzioni che hanno natura politica e vanno dal richiamo formale, alla censura pubblica, fino alla revoca del mandato fiduciario – ossia l’obbligo di dimissioni. D’ispirazione profondamente garantista, la carta cerca di offrire una tutela ai soggetti più deboli, i cittadini, garantendoli contro il rischio di scoprire – dopo – di essere stati governati da amministratori corrotti, concussori, estorsori, collusi con le mafie o con chi avvelena il territorio. Pur non mettendo in discussione la presunzione d’innocenza fino al terzo grado di giudizio di ogni amministratore coinvolto in inchieste giudiziarie. L’insieme non pare poco, anzi! L’adesione alla carta risponde alla volontà di questa amministrazione, come declinato anche nel programma elettorale, di adottare un “codice etico per praticare azioni volte a promuovere la cultura della legalità e della trasparenza“.

La strada per “Collegno città di Pace“ passa anche di qui.

 

Isabella Beraudo