COLLEGNO, LA GRANDE GUERRA E LE VITTIME DA SHOCK DA COMBATTIMENTO.
Massimo Portalupi, avvocato torinese e militante nel Partito Socialista, fu eletto Sindaco di Collegno in concomitanza con lo scoppio del primo conflitto mondiale nel Vecchio Continente. Sotto la sua guida, nel 1914 il Consiglio Comunale approvò un duro ordine del giorno contro la guerra quale “… conseguenza logica di brutale imperialismo coltivato con tanto zelo nell’animo dei popoli dalle classi dirigenti e fa appello ai nobili sentimenti di solidarietà, giustizia e rispetto della vita umana che devono sopravvivere a testimonianza della più alta e faticosa delle vittorie: quella della ragione e del diritto sull’istinto di sopraffazione e violenza cieca …” i consiglieri comunali auspicavano inoltre che “… la neutralità deliberata dal governo italiano sia tenuta ferma contro le insidie di tutti i ceti interessati a violarla ….”.Un appello, che come molti altri di ogni livello e tenore, rimase inascoltato; una mozione da cui traspare il netto rifiuto, da parte dell’Amministrazione Civica dell’epoca, alla guerra e l’invito a ricorre al diritto quale mezzo privilegiato per risolvere le controversie internazionali. A distanza di centoquattro anni, quel pronunciamento netto del Consiglio Comunale resta una pietra miliare della storia politica della nostra Città.
Durante la Grande Guerra, Collegno, come gli altri Comuni d’Italia, pagherà un altissimo tributo di sangue: più di sessanta collegnesi periti al fronte a cui si dovevano sommare gli invalidi di guerra e gli orfani. Ospiterà sul territorio un ospedale militare al Villaggio Leumann, alcuni reparti dell’esercito vi sosteranno durante gli inverni di guerra e la popolazione si attiverà in modo discreto ma fattivo per tentare di portare aiuto ai profughi provenienti dai territori teatro di combattimenti efferati.
Collegno onorerà i suoi militari caduti con un Parco della Rimembranza ed un Monumento (giardino antistante alla Scuola Paolo Boselli) finanziati quasi interamente con due sottoscrizioni di natura popolare. Nel 1923, in un contesto politico locale completamente differente da quello del 1914, fu inaugurato il monumento in onore ai Caduti Collegnesi. Peculiarità dell’alto rilievo in bronzo che orna il monumento è la raffigurazione del dolore della Madre Patria per la perdita dei propri figli, non la raffigurazione della Vittoria; inoltre nelle parti architettoniche principali del monumento non trovano collocazione alcuna cimeli di guerra di vario genere.
Oggi, a più di cento anni dall’approvazione di quella mozione, fra noi consiglieri comunali d’oggi rimane più che mai vivo l’appello del Sindaco Portalupi all’impiego “… della ragione e del diritto sull’istinto di sopraffazione e violenza cieca …”.Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, su proposta della maggioranza consiliare, è stata approvata all’unanimità una mozione che impegna il Sindaco e la Giunta Comunale ad apporre, in occasione del 4 novembre 2018 Festa Nazionale delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale e centesimo anno dalla fine della Grande Guerra una targa commemorativa – nei pressi del Monumento ai Caduti per la Patria antistante la Scuola Paolo Boselli – che ricordi alle future generazioni che Collegno è una Città che si sempre schierata contro l’uso delle Guerra come strumento di “risoluzione delle controversie nazionali”. Nella stessa targa saranno ricordati anche i militari che vittime da shock da combattimento furono ricoverati nel locale ospedale psichiatrico prima di essere nuovamente inviati al fronte, un omaggio doveroso e tardivo nei confronti di quei militari prime vittime di quella “inutile strage”.
Davide Morra
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