Piero Fassino: “Lascio una città in piedi”
“Al nuovo sindaco consegno una città in piedi. Che è stata governata e che si è aperta al mondo, una città che raccoglie riconoscimenti. È questa la città che eredita, non è la Calcutta che ha disegnato in campagna elettorale”. Così Pierò Fassino si rivolge alla nuova sindaca Chiara Appendino 24 ore dopo la sconfitta elettorale. “Per governare Torino suggerisco all’Appendino di darsi un programma. Coi i ‘no’ della campagna elettorale si fa opposizione, si conquistano anche voti, ma non si governa”.
Fassino, insomma, fischia quelli che ritiene siano i primi “falli” alla neosindaca: “La Tav è un problema che riguarda altri? Non può cavarsela così, visto che invoca la trasparenza, rispetto a quelli che domenica notte sventolavano la bandiera in piazza Palazzo di Città. E non può cavarsela così visto che il sindaco di Torino è anche il sindaco della Città Metropolitana”.
E sul reddito di cittadinanza “non può dire, dopo aver fatto promesse in campagna elettorale, che è una cosa che riguarda la Regione e il governo. Dica a quelli che se lo aspettavano che non può farlo il Comune”. E poi le critiche sullo standing “istituzionale” della sindaca rispetto alla polemica con la Compagnia di San Paolo sul “passo indietro” del presidente Francesco Profumo e del presidente di Iren Paolo Peveraro: “Appendino può anche introdurre il semestre bianco, ma se si trovasse nella situazione in cui mi sono trovato io perderebbe la titolarità a nominare perché è necessario rispettare lo statuto della Compagnia. La nomina richiesta successivamente dalla Compagnia io non l’ho fatta perché c’erano i tempi. Io ho cultura istituzionale, lei meno di me. Ha tanta strada da fare per essere capace di fare il sindaco”.
L’ultimo affondo di Fassino, che rimarrà in Sala Rossa all’opposizione ma non farà il capogruppo per lasciare spazio ad altri, è “sul futuro capo di gabinetto che già va in giro per gli uffici con elenchi di dirigenti da spostare o da promuovere. Io in cinque anni non ho chiesto la rimozione di nessuno. Il futuro capo di gabinetto non ancora insediato, invece, entra nei miei uffici dove vengono anche scattate foto. Oltre a rappresentare un’invasività eccessiva, mi sembra una mancanza di educazione”.
Nei prossimi giorni Fassino concorderà un incontro con Appendino per il passaggio di consegne: “Mi sembra naturale discutere di tutti i dossier aperti”.
Diego Longhin su la Repubblica del 21/6/2016
(foto da eatpiemonte.com)
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