Febbraio 1, 2015
Ricordando Luciano Manzi
La sezione ANPI di Collegno e la città di Collegno organizzano un momento celebrativo per domenica 15 febbraio al museo della Resistenza per ricordare la figura di Luciano Manzi.
Di seguito l’invito con il programma. In particolare: i lavori della mattinata si completeranno con un “tavolo dei ricordi” in cui amici, compagni, conoscenti di Luciano Manzi potranno ricordarlo con pensieri, memorie e affettuosi aneddoti di vita quotidiana.
Ho lavorato con lui dal 1978 (proprio il giorno in cui fu rapito Aldo Moro e sterminata la sua scorta) sino alla fine del 1988. A lui devo molto. La mia crescita professionale innanzitutto, quindi la capacità di organizzazione di eventi (e sono stati molti) e in fin dei conti di aver avuto la possibilità di lavorare con il piacere di farlo, al servizio della mia città. Non era facile lavorarci insieme in quanto chiedeva ad ognuno del suo staff la massima puntualità…in tutto! Al termine di ogni manifestazione ci riuniva e oltre agli eventuali complimenti non mancava l’analisi di ciò che non era andato, anche la più piccola sfumatura. Ho imparato, abbiamo imparato tutti. Ed è stato bello, anche perché eravamo giovani con tutto l’entusiasmo che c’era dentro di noi, io, Sergio, Teo, Franca, Elena, Anna, il povero Totò, ma anche i meno giovani Vincenzo, Adriana e Paola. Gli dobbiamo molto, tutti quanti.
Quando, al ritorno da un viaggio in Urss, mi chiese le mie sensazioni mi vide un po’ tanto scettico e da allora mi diede del “socialdemocratico” e da allora mi volle nel suo ufficio nel giorno del ricevimento del pubblico, per ascoltare le difficoltà di vivere di tanta gente privata del lavoro o della casa “Così capisci meglio i miseri risultati della società borghese!” Lo fece con una buona dose di ironia ma era un segnale di come in realtà la pensassimo in differente modo sulle questioni del “comunismo”. Anche se lui, comunista, era il primo a cercare il dialogo con i “padroni”, gli industriali, senza dimenticare che anche grazie a lui l’asilo delle suore di Viale Gramsci ha vissuto con un contributo annuale da parte del Comune. E nonostante la divisione politica – che non è stata uno scherzo per noi dell’ex Pci – ho sempre conservato un affetto per Manzi. Non lo mai chiamato Luciano.